Villa Vescovi

Armonicamente inserita nel paesaggio collinare, un connubio perfetto tra eleganza rinascimentale e classicismo romano

L’affascinante Villa dei Vescovi si trova in località Luvigliano, nel comune di Torreglia, ed è una delle più belle ed eleganti ville di epoca rinascimentale di tutto il territorio padovano.

Il poggio su cui si trova, cinto da un lato da un anfiteatro naturale formato dai monti Pendice, Pirio e Rina, proteso dall’altro verso la pianura di Torreglia e Abano, era anticamente chiamato Livianum e ritenuto luogo scelto dallo storico latino Tito Livio per una sua residenza di campagna. Anche per questa suggestione letteraria la collina, di proprietà dei vescovi di Padova fin dall’XI secolo, fu destinata a ospitare una casa dominicale: questo primo edificio è documentato nel 1474, al tempo del vescovo umanista Jacopo Zeno, il quale fece demolire e ricostruire l’antica Pieve di San Martino – che affiancava il palazzo – nell’area dove si trova attualmente la chiesa parrocchiale.

Ma è nel secolo successivo che nasce la villa vera e propria, concepita come casa di villeggiatura e luogo d’incontro di intellettuali e letterati. A deciderne la ricostruzione in forme nuove fu il cardinale Francesco Pisani, nobile veneziano cresciuto a Roma e per questo affascinato dall’arte classicheggiante del tempo, vescovo di Padova dal 1524 al 1564. La direzione dei lavori venne affidata all’amministratore curiale Alvise Cornaro, mentre l’opera fu iniziata dall’architetto veronese Giovanni Maria Falconetto; morto quest’ultimo nel 1535 e subentratogli l’allievo Andrea Da Valle, un ruolo importante fu svolto anche dall’architetto dei Gonzaga, signori di Mantova, Giulio Romano, conosciuto dal cardinale Pisani a Roma e da lui chiamato ad apportare modifiche al progetto. Prese così forma un edificio a pianta quadrata, su alto basamento in bugnato, con logge esterne su tre lati, apertura centrale su modello delle villae romane antiche (compluvium) e ingresso principale a sud.

Negli anni 1565-1579 i vescovi succeduti al cardinale Francesco Pisani, ossia Alvise Pisani e Federico Cornaro, incaricarono gli architetti Da Valle e Vincenzo Scamozzi di realizzare alcune modifiche: l’ingresso principale venne spostato a ovest, in direzione della chiesa e del piccolo borgo collinare, e su questo lato venne costruito un cortile quadrato, cinto da un muro merlato in cui si aprono tre archi monumentali. Ancora oggi si accede alla villa dal cortile occidentale, attraverso una doppia scalinata che porta direttamente al piano nobile. Più tardi è stata chiusa anche l’apertura centrale nell’edificio.

L’interno della villa, suddiviso al piano nobile nella Sala delle figure all’antica, Sala del Putto, Sala da Pranzo (o di Apollo e Orfeo) e stanze private del vescovo, fu affrescato negli anni 1542-1543 dal pittore fiammingo (attivo a Venezia) Lambert Sustris, con la consulenza del già citato Giulio Romano. Solo una parte delle suggestive decorazioni parietali – raffiguranti soggetti mitologici, paesaggi agresti ed edifici antichi in rovina – si è salvata dalla pesante manomissione degli spazi interni decisa dal vescovo Giustiniani nel ‘700.

 Villa dei Vescovi fu utilizzata negli anni della seconda guerra mondiale come luogo di rifugio per gli sfollati e nel dopoguerra ospitò ritiri spirituali e attività formative. Rimase di proprietà della curia padovana fino al 1962, anno in cui venne ceduta a Vittorio e Giuliana Olcese: a loro si deve un primo restauro degli interni già negli anni Sessanta. Nel 2005 Villa dei Vescovi venne donata al FAI (Fondo Ambiente Italiano) da Maria Teresa Valoti Olcese. Nel 2007 furono avviati nuovi e decisivi lavori di restauro che si conclusero nel giugno 2011, permettendo l’apertura del monumento al pubblico. Oggi l’interno della villa è arredato con mobili d’epoca e una serie di pannelli illustrano al visitatore le varie fasi costruttive e il recente recupero del palazzo. I giardini circostanti e le logge con porticato della villa regalano una rilassante immersione nella bellezza della natura dei Colli Euganei, mentre gli edifici rustici vicini all’ingresso ospitano la biglietteria, il bookshop e un’enoteca.

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