Chiesa di San Sabino e Eremo di San Luca
Dalla strada un’elegante e duplice scalinata in trachite porta a un breve spazio antistante la facciata della Chiesa rivolta a oriente. Su quattro gradoni di trachite si innalza il portale barocco con una cornice in pietra di Nanto, culminante con un arco spezzato, con al centro la statua del Patrono. L’arco richiama l’ampia finestra lunata che lo sovrasta. Sulla piccola base della statua l’iscrizione recita: S. Savinus. La prima traccia certa della presenza di una Chiesa sul Colle è del 1212 e recita: «ecclesia S. Savini de Turricla». San Sabino era un martire del IV secolo, vescovo di Assisi e Spoleto. San Sabino è patrono della vicina città di Monselice dove sono ancora conservate delle sue reliquie e dove fino circa all’Ottocento, come narrano le cronache, il 7 dicembre, festa del santo, le persone si recavano in pellegrinaggio. La dedicazione della Chiesa il 28 maggio 1713 a opera del card. vescovo di Padova Giorgio Corner è documentata nella targa marmorea collocata all’interno nel presbiterio.
Con periodi alterni di splendore e decadenza, l’assetto attuale della Chiesa è tipicamente settecentesco e dovuto al rifacimento finanziato dal letterato torregliano Jacopo Facciolati ultimato nel 1765. Lungo il lato nord della chiesa sorge il campanile. Eretto su un antico basamento di massi di trachite, era un tempo una torre di guardia, insieme a quelle presenti a Luvigliano e sul Castelletto. Sul Colle della Mira lo storico Andrea Gloria (1821-1911) colloca uno dei castelli di proprietà della famiglia Transelgardi, signori di Castelnuovo, forse poi distrutto ai tempi di Ezzelino da Romano (1194-1259). Questo antico edificio per l’osservazione del territorio dà il nome al colle chiamato appunto della Mira.
L’interno della chiesa è luminoso, una singola aula coperta da un soffitto. Il presbiterio si apre con l’altare maggiore, sormontato da un alto tabernacolo in marmo, riccamente lavorato e con una pala della Madonna in trono e santi. Sulla parete di fondo vi sono due altari di epoca barocca dedicati alla Madonna del Rosario e a San Rocco e San Sebastiano. L’inserimento di questi santi, protettori contro le malattie, e l’aumento della devozione mariana con la collocazione di una decorata statua della Madonna del Carmelo, si verificò dopo la peste del 1630 che decimò le popolazioni del territorio. In ringraziamento per la cessazione di tale flagello, le popolazioni locali anche di Galzignano, Battaglia e Montegrotto, si recano annualmente in pellegrinaggio al vicino Santuario di Monteortone. Alcune delle tele che adornavano la Chiesa sono state trafugate e altre sono in cattive condizioni, tutte di scuola veneta del XVIII sec. raffigurano: la Natività con pastori, la Presentazione di Gesù al tempio, S. Caterina e S. Domenico, una Madonna col Bambino, il Miracolo di S. Antonio su un bambino e il Miracolo di Gesù che guarisce un lebbroso. Sono presenti due affreschi: sulla volta del presbiterio Gesù con il SS. Sacramento e sulla volta della navata il Martirio di San Sabino. Collocata probabilmente nel presbiterio vi era la tavoletta copia dell’Adorazione dei Magi di A. Mantegna. L’originale opera del Mantegna, del 1495-1505, si trova presso il Getty Museum a Los Angeles. L’opera di San Sabino è molto plausibilmente attribuibile alla Bottega dei Da Santa Croce Girolamo di Bergamo, operanti a Venezia e risulterebbe essere la nona copia dell’originale del Mantegna, del quale la stessa bottega realizzò altre due copie. Attualmente la tavoletta è custodita presso il Museo Diocesano di Padova e viene esposta nella Chiesa di San Sabino in occasioni particolari.
All’interno della chiesa è custodito il sepolcro dell’abate e letterato Giuseppe Barbieri (1774-1852) che tante volte predicò in questo luogo a lui caro. Il monumento disegnato da Pietro Selvatico (1803-1880), presenta un busto marmoreo dello scultore padovano Luigi Ceccon (1833-1919) e l’epigrafe composta dal conte Andrea Cittadella Vigodarzere (1804-1870) , educato dallo stesso Barbieri.
Nella parete di destra fu collocata nel 1974, centenario della morte di Tommaseo, una targa che recita: «Da questo colle / ospite nel 1819 / del maestro Giuseppe Barbieri / Niccolò Tommaseo / che all’amore dell’Italia era stato educato dall’infanzia / nella nativa Sebenico / cantò non ancora diciassettenne / in versi latini / le bellezze di Torreglia».
Nelle adiacenze della Chiesa l’antica canonica parrocchiale è attualmente divenuta l’Eremo San Luca. Deliziosa struttura in autogestione adatta per periodi di meditazione e ritiro spirituale per piccoli gruppi di persona, viene gestita e concessa per soggiorni e incontri dalla Casa di Spiritualità Villa Immacolata situata nella vicina via Rua.
La chiesa è sempre aperta la domenica mattina per la Messa alle ore 8.30.
Per visite e informazioni tutto su www.parrocchiatorreglia.it
2016 Testi a cura di Luca Mazzon per gli aspetti naturalistici e Giulio Osto per gli aspetti storico-artistici. Fonti: L. PERTILE, Torreglia, Tipografia del Seminario, Padova 1927; G. F. PROSDOCIMI, Torreglia. Notizie storiche dalle origini alla fine della dominazione veneziana, La Galiverna, Torreglia 1987; A.MAZZETTI-G. SANDON, Le colline di Torreglia a passo d’uomo, Comune di Torreglia, Torreglia 1990; L. RIZZO, Tra arte e letteratura. Itinerario tra i luoghi storici e architettonici, in A.A. V.V., Torreglia. Cultura e Civiltà, Le Tre Venezie, Treviso 2011, 34-68; S. BRUGNOLO-P. GOBBI-A.PETTENELLA, Di pensier in pensier, di monte in monte, Cierre Edizioni, Sommacampagna (Vr) 2001; N. LUXARDO DE FRANCHI, I Luxardo del Maraschino, Libreria Editrice Goriziana, Gorizia 2008; F. SELMIN, Guida dei Colli Euganei. La storia, l’arte, la natura, il paesaggio, Cierre Edizioni, Sommacampagna (Vr) 2009; A. PETTENELLA, I Colli Euganei. Itinerari escursionistici, Cierre Edizioni, Sommacampagna (Vr) 2012.